domenica 6 maggio 2012

10. IO SONO LA VITE, VOI I TRALCI

IV Domenica di Pasqua - Anno B - 6 maggio 2012

Giovanni 15, 1-8
«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.
Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.
In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.


Ci possiamo fidare pure ad occhi chiusi. C’è una promessa. E viaggia sull’ali dell’eternità. “Chiedete quel che volete e vi sarà dato”.
Non sarà un impegno disatteso. Gesù ha dato la sua Parola all’uomo. Ch’è Parola di vita.
La storia è sempre realizzazione di una promessa di Dio. E la promessa di Dio non può che venire da una dichiarazione d’amore.
Di più: la promessa è sempre segno d’amore.
C’è un vignaiolo (Dio), una vite (Gesù) e dei tralci (noi).
L’invito è quello di rimanere sempre attaccati alla vite.
Meglio: di far fruttare la vite tutt’intorno a noi stessi.
Portate molto frutto … ci viene chiesto. Vale a dire: facciamo in modo che il Vangelo plasmi e arricchisca l’esistenza di tutti i giorni.
Non è difficile. Basta diventare solidali con chi incarna la Parola di Dio: i poveri, i disoccupati, gli affamati, i malati, i cassaintegrati, i drogati …
Ecco loro sono la nostra vite quotidiana per diventare veri discepoli di un Dio che si è fatto vignaiolo per amore. 

L'Omelia di Padre Pasquale

 Riflessione di Antonio Di Lieto: Restate aggrappati a me :

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